Camminando si conosce la vita, camminando si sa cos'è.
Camminando si cura la ferita di ieri.
A Puerto Roy, Panamà, in Colombia o a New York, chi non si lascia andare non prova il gusto dell'amore. Camminando, mille volte ho inciampato. Ma non mi sono mai fermato. Camminando fra gioia e dolore, sempre avanti e con fiducia.
Con il tempo ho compreso che la vita dona qualcosa a tutti. E niente cancella il ricordo di ciò che uno ha percorso. Camminando, guardando una stella, udendo una voce, seguendo i passi di qualcun altro. Camminando, cercando la vita, cercando l'amore, sanando la ferita che lascia il dolore.
(testo liberamente tradotto da "Caminando", di Ruben Blades)
venerdì 13 novembre 2015
sabato 10 ottobre 2015
Viaggiatori sedentari
Un tempo si partiva per viaggiare; oggi
nella maggioranza dei casi si parte per arrivare. Si parte da Roma e
si arriva a Milano, a Parigi, a Berlino, a New York, a Hong Kong, a
Pechino, a Tokyo, ma fra la partenza e l'arrivo c'è il vuoto, un
tratto di matita sulla carta geografica , senza tappe, senza
incontri, senza paesaggio, senza avventura. Sono chilometri “ciechi”
di cui non serbiamo memoria. Ci accorgiamo così che il progresso dei
mezzi materiali provoca talora scarti e mutamenti nelle idee
generali, nel nostro caso muta il concetto stesso di viaggio che non
è più un percorso ma una partenza e un arrivo. E' nata una nuova
specie di “viaggiatore sedentario”, alla quale appartengo
anch'io.
Luigi Malerba, Il Viaggiatore
sedentario (1993)
martedì 24 febbraio 2015
Partenza
Andando verso Compostela, l'essenziale non è il punto d'arrivo, comune a tutti, ma il punto di partenza. E' quest'ultimo a fissare la sottile gerarchia che si instaura fra i pellegrini. Quando due camminatori si incontrano, non si domandano "Dove vai?" -la risposta è evidente- nè "Chi sei?" giacchè sul Cammino non si è altro che un povero Giacomeo. La domanda che formulano è "Da dove sei partito?"
Jean-Christhophe Rufin, Il Cammino immortale
Jean-Christhophe Rufin, Il Cammino immortale
venerdì 2 gennaio 2015
Differenze
Il turista se ne va a spasso per il globo solo se ha la garanzia di non dover, per così dire, mai uscire di casa; il viaggiatore si mette in cammino verso l’ignoto, non chiede e non ottiene la certezza di tornare. Il turista è, in un certo senso, già tornato prima di partire. Una volta a casa, non gli resta che riguardarsi le foto, scopo principale della vacanza (non)vissuta al futuro anteriore. Il viaggiatore, se ritorna, rende grazie alla Fortuna Redux, la divinità del redivivo, di chi ha vissuto ed è ancora vivo
Antonio Scurati, Se il turista del Terzo Millenio riscopre i pericoli del viaggio, La Stampa 30/12/2014
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